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DIDATTICA PER LA SCUOLA

Cod Art 0089 | Rev 01 del 22 Gen 2010 - 02 del 05 Apr 2013 | Data 04 Ago 2006 | Autore C.M. Nicola

 

   

 

MIMETISMO E COLORAZIONE DEI PESCI

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Naturalmente non parliamo del suddetto mimetismo...

Sappiamo che nel mondo animale esistono prede e predatori, ed entrambe le categorie adottano sistemi particolari di difesa o di attacco, nascondendosi e mimetizzandosi, per attuare nel primo caso l'effetto sorpresa, per sfuggire ai predatori nel secondo caso. Tutto questo è attuato in funzione della sopravvivenza della specie. I più grandi predatori, come murene, barracuda ed altri grandi animali, possono essere ingannati dalle loro vittime. Nel corso di milioni di anni i piccoli pesci della barriera corallina, ad esempio, si sono evoluti a tal punto da sviluppare ingegnosi sistemi di difesa, mentre altri pesci si sono dotati di corazze ed aculei che li riparano dagli attacchi sferrati dai loro predatori. Altri ancora adottano scafandri, come il pesce cofano che rimane racchiuso nel suo "guscio" per mettersi al riparo dai denti del nemico. La tartaruga stessa, che tutti conoscono, grazie al carapace, si ripara dalle insidiose fauci dello squalo. Altri hanno una pelle ruvida come carta vetrata, che lascia il predatore dolorante appena sferra il morso, altri ancora utilizzano delle spine, o delle lame, collocate in diverse posizioni del corpo, sulla pinna caudale, sulle branchie o sul dorso. Alcuni pesci "evitano" di essere mangiati semplicemente perché hanno un sapore sgradevole, il pesce sapone utilizza una sostanza schiumosa che emette qualora si senta minacciato, altri passano la notte nascosti in anfratti e si rivestono con una sostanza vischiosa, molti pesci della barriera sono tossici sia per l'uomo e presumibilmente anche per altri predatori.
Le tecniche sono svariate, dalla semplice fuga al nascondersi in anfratti. Altri si coprono di detriti, raccogliendo sul dorso anche pezzi di gusci di conchiglia o granelli di sabbia, assumendo le sembianze di una roccia qualunque, altri ancora rilasciano sostanze nell’acqua che servono a coprirne la fuga, vedi il polpo e altri cefalopodi. Il modo più sorprendente per sfuggire al nemico rimane comunque il mimetismo. Il colore associato al mimetismo è una tecnica utilizzata sia dal predatore che dalla preda. I pesci che per la loro caratteristica vivono in acque aperte (le specie pelagiche), hanno la caratteristica di avere il dorso scuro, che visto dall’alto lo confonde con il colore del mare profondo, mentre sul ventre assume una colorazione chiara che lo confonde con il chiarore della superficie illuminata dal sole, quando si osservano dal basso. Altri pesci utilizzano la geometria del loro manto, con linee, cerchi, fasce più o meno colorate che confondono il predatore permettendo alla sua potenziale preda di scappare. Foto2

I colori in alcuni pesci possono cambiare rapidamente, con velocità sorprendente. Approfondiamo un attimo quest'aspetto. Delle cellule, nella loro pelle, chiamate cromatofori, contengono dei pigmenti colorati. Atre cellule contengono sostanze gialle, rosse o arancione, chiamate carotenoidi. La pelle contiene anche cristalli di guanina, una sostanza che cattura la luce e la riflette.

I cromatofori, controllati dal sistema nervoso, possono essere modulati rapidamente. Solitamente alcuni pesci delle barriere tendono ad affievolire il loro colore che solitamente di giorno è sgargiante, per non farsi notare troppo di notte, mentre rimangono al riparo. Naturalmente anche la morfologia del corpo ha la sua importanza. Molti organismi marini si possono notare solo quando ci finiamo sopra, dopo averli involontariamente calpestati. Si mimetizzano molto bene con l'ambiente circostante, sino ad assumere in casi particolari una forma simile allo stesso, un pesce “sasso” per esempio somiglia talmente ad un sasso che è impossibile notarlo nel suo habitat. La scorpena, assume la colorazione e le stesse incrostazioni della roccia in cui si appoggia. Il rombo si nasconde sotto il sedimento, assumendone lo stesso colore. Le cernie cambiano con facilità il colore adattandolo allo sfondo in cui si trovano, una posizione che li avvantaggia nell’attesa di una preda. Da questi esempi possiamo dedurre che un colore forte per quanto riguarda gli animali che abitano le barriere coralline, significa "non commestibile", un messaggio chiaro ai predatori. Altri per dare questo messaggio, utilizzano le armi in loro possesso, aculei o rasoi ecc... nel caso in cui un predatore tenti di avvicinarsi. Solitamente queste armi sono anche colorate per dare modo a chi si avvicina di notare il pericolo.

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